Cammino dei Borghi Silenti

Italia

Cammino dei Borghi Silenti

16 set - 20 set 20255 giorniItalia90 km

Tappe del cammino

Tenaglie

29 km

Melezzole

17.2 km

Morre

15.3 km

Civitella del Lago

13 km

Baschi

16 km

Tenaglie

Introduzione

Il Cammino dei Borghi Silenti è uno di quei percorsi che ti sorprendono fin dal primo passo. Tra sentieri tranquilli e borghi che sembrano sospesi nel tempo, si respira un’atmosfera semplice e autentica. Le case in pietra, i panorami che si aprono all’improvviso e gli incontri lungo la strada creano un mix che scalda il cuore.

Mi ha ricordato un po’ il Cammino di Santiago, ma qui la bellezza italiana aggiunge quel tocco in più che rende l’esperienza ancora più speciale. Un cammino che non fa solo camminare, ma rallentare.

Giorno 1: Tenaglie - Melezzole

La prima giornata del cammino parte con la sveglia all’alba, uno di quei momenti in cui ti chiedi perché tu abbia deciso di fare una vacanza… camminando. Una colazione veloce al bar del paese e poi via, si parte davvero. In pochi minuti l’asfalto sparisce alle spalle e mi ritrovo immerso nei campi di lenticchie, avvolti da nuvole basse che sfiorano il terreno mentre il sole fa fatica ad affacciarsi.

Dopo qualche chilometro incontro due camminatori, Daniele e Pamela. Non lo so ancora, ma diventeranno i miei compagni di viaggio per tutto il percorso. La prima tappa è Guardea, un paese piuttosto grande se confrontato con i borghi che incontreremo più avanti. Ci fermiamo all’alimentari per rimediare il pranzo al sacco e poi riprendiamo il cammino.

Tra boschi silenziosi e campi che sembrano non finire mai, arriviamo finalmente al primo vero borgo: il minuscolo, incantevole borgo di Santa Restituta. Appena arrivati, un abitante del posto ci accoglie con un po’ di ristoro, come se ci stesse aspettando. Decidiamo di mangiare lì il nostro panino e, mentre ci godiamo la pausa, arrivano altri camminatori.

È allora che compare un signore anziano. Si ferma, si misura i battiti – la scalinata per raggiungere il borgo è un test di sopravvivenza – e, visto che "è ancora vivo", inizia a raccontarci storie del paese e del territorio. Uno di quei piccoli incontri che rendono un cammino più ricco di qualsiasi cartolina.

Borgo Santa Restituta

Finita la sosta, riprendiamo il cammino e scegliamo la variante più lunga, quella che passa per la famosa Tenuta dei Ciclamini di Mogol. L’idea di poterlo incontrare ci mette quasi le ali ai piedi… ma niente, nemmeno l’ombra. Magari però abbiamo incrociato qualche futura star della musica senza nemmeno saperlo. Chissà.

Lasciata la tenuta, puntiamo verso Toscolano. Il sentiero entra nel bosco e lì inizia un saliscendi che sembra non voler finire mai. Il borgo è in cima, lo vediamo… eppure il sentiero continua a scendere. Ogni tanto ci guardiamo come per dire: "Siamo sicuri di andare nella direzione giusta?". Ma continuiamo, fiduciosi e un po’ rassegnati.

Finalmente il sentiero riprende a salire e arriviamo a Toscolano, un altro borgo perfettamente conservato, una piccola perla che sembra uscita da un libro illustrato. Lo esploriamo tutto, vicolo dopo vicolo, e poi ripartiamo verso la destinazione finale della giornata: Melezzole.

L’ultimo tratto passa veloce e in poco tempo raggiungiamo il terzo borgo della giornata. Anche Melezzole è impeccabile e ha una struttura concentrica che lo rende ancora più particolare. Dentro ci sono solo un alimentari, un bar e una chiesa: essenziale, silenzioso, autentico. Nient’altro.

La giornata si chiude così: il tempo di ritrovarci tutti per la cena, due chiacchiere e poi dritti in camera. Dopo tutto quel saliscendi, crollare a letto non è una scelta… è la naturale conseguenza.

Giorno 2: Melezzole - Morre

Il secondo giorno comincia con pochi chilometri tranquilli… prima che la salita decida di farsi davvero sentire. Le gambe protestano, il fiato si fa corto, ma con un passo lento e costante riesco a raggiungere la vetta. In cima, il paesaggio si apre e un grande prato accompagna i nostri passi verso il punto più alto del monte. Purtroppo è ancora presto e, a settembre, le colline umbre al mattino amano nascondersi dietro nuvole basse e una pioggerellina leggera. Pazienza, la natura ha i suoi tempi.

Rientriamo nel bosco e, guadagnando ancora qualche metro di dislivello, tra i rami delle betulle troviamo finalmente la croce che segna la cima. Il cielo è ancora coperto e ci perdiamo quella che, dicono, sarebbe la vista più bella dell’intero cammino. Poco male. Dopo una breve sosta sotto la croce, ripartiamo.

All’uscita dal bosco ci attende una ripida discesa, una bella prova per le ginocchia già doloranti. Più avanti, il sentiero ci porta in un castagneto meraviglioso, tra saliscendi che sembrano non finire mai. Finalmente raggiungiamo Morruzze, un minuscolo borgo di quattro case con una vista spettacolare sulle colline circostanti. Qui ci fermiamo a mangiare i nostri panini, prima di ripartire verso Morre.

La meta non è lontana e, dopo qualche chilometro, eccoci a Morre. È ancora presto, così ci concediamo un po’ di riposo prima di esplorare il borgo. Qui dormo nella mia prima struttura donativa: ad accogliermi c’è una signora del paese, che mette a disposizione la stanza di uno dei suoi figli ormai lontani. È gentilissima, accogliente e felice di conoscere camminatori. Con lei mi sento subito in famiglia, un calore che mi accompagnerà per tutto il cammino e che resterà uno dei ricordi più belli.

Recuperate le energie, usciamo a visitare Morre, il quinto borgo del cammino: ben conservato e particolare, perché non segue la classica pianta concentrica. Poi, visto che Collelungo è a due passi, decidiamo di raggiungerlo. Anche qui tutto è piccolo, tranquillo e autentico. Ci fermiamo per un aperitivo nell’unico bar del paese, prima di andare verso l’agriturismo.

Quando arriva l’ora di cena, ci ritroviamo tutti nell’unico agriturismo della zona. Da lì assistiamo a un tramonto mozzafiato: il cielo si tinge di rosa velato e per un attimo sembra che il tempo si fermi. Dopo il tramonto ceniamo insieme ad altri camminatori: il gruppo cresce e gli animi si fanno sempre più felici, con quella leggerezza che solo un cammino tra borghi silenziosi sa regalare.

Tramonto Morre

Giorno 3: Morre - Civitella del Lago

Il terzo giorno di cammino inizia con un pensiero rassicurante: "solo 15 chilometri, e la parte più dura ormai è alle spalle". In realtà, sto imparando che camminare nel cuore dell’Italia significa affrontare l’Appennino in eterno saliscendi, senza mai un attimo di tregua.

Lasciamo Morre scegliendo la strada più corta, evitando Collelungo che avevamo già visitato il giorno prima. Poco dopo, mentre attraversiamo una sterrata, veniamo "assaliti" da un gatto sbucato all’improvviso dall’erba. Salta fuori, si struscia, ci segue per qualche metro… e così, senza volerlo, facciamo un nuovo amico lungo il sentiero.

In breve tempo arriviamo ad Acqualoreto, un borgo piccolo ma delizioso come tutti gli altri. Sotto un arco d’ingresso troviamo una piccola biblioteca che sembra uscita da un libro illustrato. Attraversiamo il borgo e rientriamo nel bosco: qui catturano la nostra attenzione le postazioni di caccia rialzate e un prato di fiori rosa che spicca tra i faggi, un piccolo spettacolo della natura.

Il cammino prosegue finché non ci troviamo davanti a una salita ripida, breve ma più intensa di quella del Monte Croce di Serra. La fatica si fa sentire, forse più del giorno precedente. Quando finalmente sbuchiamo davanti a una piccola chiesa incastonata sotto una roccia – il Santuario della Madonna della Pasquarella – rimaniamo a bocca aperta. Sperduta nella natura eppure perfettamente conservata, mi chiedo come abbiano fatto a costruirla lassù.

Riprendiamo il cammino e raggiungiamo Civitella del Lago, arroccata in alto con una vista sul lago di Corbara semplicemente spettacolare. Ci fermiamo al bar per ristorarci e goderci il panorama: anche la tappa di oggi è completata.

La sera ceniamo in una locanda del paese, sempre con vista sul lago, mentre il cielo ci regala uno dei tramonti più belli che abbia mai visto. Finita la cena, rientriamo all’ostello: la giornata è conclusa e finalmente possiamo riposare.

Tramonto Civitella del Lago

Giorno 4: Civitella del Lago - Baschi

Il quarto giorno parte tranquillo: ormai siamo quasi alla fine e la tappa di oggi è breve. L’obiettivo non è correre, ma raggiungere la famosa cantina che offre una degustazione ai camminatori.

Lasciamo Civitella del Lago e il sentiero si infila tra gli ulivi prima di sbucare su una strada provinciale. Chiacchierando, ci distraiamo e camminiamo senza far caso ai segni del percorso. Dopo un po’ ci accorgiamo che qualcosa non torna: nessuna traccia, nessun segnale. Controlliamo la mappa e scopriamo di aver sbagliato strada. Ridiamo della distrazione, prendiamo la cosa con filosofia e torniamo indietro. Al bivio imbocchiamo finalmente la direzione giusta e arriviamo a Cerreto.

Attraversiamo il borgo e, poco dopo, raggiungiamo la cantina tanto attesa. I proprietari ci accolgono calorosamente e ci fanno assaggiare diversi vini della loro produzione. Sono tutti ottimi, e scopro persino che alcuni vengono realizzati con uve… ammuffite! Facciamo i nostri acquisti e riprendiamo il cammino.

Anche oggi non manca una bella salita, resa ancora più impegnativa dal sole. Una volta in cima raggiungiamo Baschi, il borgo più grande dell’intero cammino. Dopo giorni di silenzio e stradine deserte, ritrovarsi nel traffico è quasi uno shock: le macchine non ci erano mancate, ma la parte antica del borgo è splendida. Scopriamo che le vie vengono chiamate "buchi" perché strette e labirintiche, e certi muri e balconi sembrano sfidare la gravità.

Prima di arrivare all’alloggio, facciamo tappa all’alimentari per prendere un panino con la porchetta da portare il giorno dopo. Poi raggiungiamo l’affittacamere che avevamo prenotato: ad accoglierci c’è una coppia davvero simpatica e premurosa, che ci fa sentire come a casa, un po’ come genitori attenti a ogni dettaglio.

La sera siamo fortunati: riusciamo a cenare tutti insieme, con il gruppo di camminatori incontrato nei giorni precedenti. È l’ultima cena insieme e, quando arrivano i saluti, un po’ di tristezza si fa sentire. Ma la serata non finisce qui: nel parco del paese c’è una festa e sta suonando una band chiamata "Sciroccati". La notte si anima, cantiamo e balliamo finché le gambe reggono, chiudendo così la giornata con un sorriso e tanta allegria.

Giorno 5: Baschi - Tenaglie

L’ultimo giorno è tutto un cammino verso il rientro. La coppia che ci ha ospitato ci accoglie con una colazione degna di una pasticceria: brioches, torte, paste… e guai a lasciarne anche solo un pezzo! Un gesto semplice e genuino, che ricorderò a lungo. Dopo averli salutati, riprendiamo a camminare.

È l’ultimo giorno e nella testa scorrono tanti pensieri. Il paesaggio è bellissimo, l’aria fresca, e camminando mi sento rilassato, ripensando a tutto ciò che ho vissuto in questi giorni. Mi colpisce la semplicità delle persone e della vita in queste terre: tutto è genuino, autentico. Mi sento più "leggero" e capisco che il cammino ha già lasciato il suo segno.

Prima di raggiungere l’ultimo borgo, passiamo per una necropoli etrusca, un piccolo tuffo nella storia più antica di queste zone. Al centro c’è un’area di ristoro, ma la persona che avrebbe dovuto accoglierci non c’è, quindi non possiamo godere della sua famosa ospitalità. Poco male: il posto è affascinante e ci concediamo comunque una breve pausa, tra silenzio e suggestione.

Necropoli Etrusca

Usciti dalla necropoli arriviamo a Montecchio, l’ultimo borgo prima del rientro a Tenaglie. Anche qui il fascino è grande. Ci fermiamo in un piccolo negozio dove un’anziana signora intreccia cesti di vimini e crea accessori per i camminatori. Ci racconta della sua storia e di quella del paese: qui le tradizioni non sono solo memoria, ma parte viva del territorio.

Lasciato Montecchio, rientriamo finalmente a Tenaglie. Il cammino è completato. Raggiungiamo il punto di partenza e ritiriamo la credenziale. Festeggiamo con il panino con la porchetta più buono che abbia mai mangiato e aspettiamo l’arrivo degli altri camminatori. Uno alla volta arrivano tutti: ci congratuliamo, condividiamo impressioni e commenti sul percorso, felici di aver vissuto insieme questa avventura tra borghi silenziosi.

Il cammino è giunto al termine e, come sempre accade, lascia qualcosa dentro. In questi giorni ho scoperto un’Italia diversa: più tradizionale, autentica, fatta di persone che vivono con semplicità e che ti accolgono come se fossi di famiglia. Ascoltare le storie di un anziano del posto, essere ospitati da sconosciuti con una gentilezza che non chiede nulla in cambio… sono momenti che restano.

La solidarietà delle persone è un dono che spesso dimentichiamo, presi dalla frenesia della vita quotidiana, e che invece meriterebbe di essere riconosciuta e custodita. Camminare ti libera dallo stress, ti rallenta, ti riporta in contatto con ciò che conta davvero.

A fare da cornice a tutto questo c’è un paesaggio che sembra disegnato apposta per un cammino lento: colline di ulivi e vigne, boschi di castagni, borghi perfettamente conservati. Uno scenario che accompagna, sostiene e amplifica ogni emozione. Un viaggio semplice, ma capace di lasciare un segno profondo.

Galleria fotografica

Cammino dei Borghi Silenti foto 1
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Traccia del viaggio

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